CORRI |
Questa volta D’ACUNZO corre per incontrare se stesso, per cogliersi in una impossibile identità, frantumata nella stratificazione incoerente di tante vite “sepolte vive”, senza senso, senza compimento. E’ necessario tornare indietro, correre a ritroso lungo i sentieri o i labirinti di un’infanzia forse mai vissuta. Appare come un mito, più invocato che identificato, la mamma, sintesi evanescente di un orizzonte troppo frastagliato. Aldo ZACCONE |