UN FOX TROT


Opera di Vincenzo D’Acunzo

Ancora le note ossessive e insistenti di quel magico fox-trot, balli passati, storie passate, momenti andati che rimacinano nella mente e si nascondono nei meandri dei pensieri come falene per ricercare qualcosa che più non si trova, quella danza intrisa di una magia innata e naturale che possa salvare il tramonto di un tardo meriggio privo di colore e voce.

E le piroette si mescolano ad antiche leggende intrise di mistero, di reti, di modelli, come una ragnatela che ci sta ricoprendo.

……. Questo condottiero maledetto sverna, goliardico preda della vita dissoluta, del piacere amaro …. Ma il poeta per quanto inebriato da tanta audacia, cosciente della crudeltà della storia che pietrifica gli istanti, implora la fuga e non si sente vittima di questo arruolamento infernale e spietato…….. Il condottiero figlio dello Jonio preferisce essere annientato dal suo fox-trot…… non accetterà mai di abbandonarsi al sonno, quando le mani  con le piante dei piedi  sentono le corde attorno intrecciate e quando ci si solleva in preda ai crampi per afferrare un nodo al quale ne seguirà un altro ….. E’ un “no” sommesso e agguerrito alla prigionia  per un attimo di folle felicità …… La culla del mondo, quale la sua terra è, saprà ricolmarlo di tutto ciò di cui necessita, dei suoni, dei colori, della luce per permettere all’anima agguerrita del suo eroe di rinascere……… o risorgere.

Eufrasia MELLACQUA

 

 

 

  Da tempo il condottiero sverna

   sulle travi divelte dello scafo

   quotidianamente

   aspettando Medea ”

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