GABBIANI GIROVAGHI (Poesia in un’unica strofa, versi liberi e sciolti) |
Contenuta descrizione della spiaggia nella stagione ad essa meno congeniale: l’inverno. Tutta la lirica è retta dal verbo iniziale “Costeggio” fino agli ultimi due in cui scopriamo che la dolente immagine della “riva frastagliata” e del “mare grigio” non sono che la proiezione e la metafora del poeta, riva “prestatasi / a raccogliere / il mio penare.”. Il tono lieve e dolente, la luce soffusa che pervadono i versi e l’uniformità del fluire si rompono con l’apparizione dell’aquila, resa efficacemente con l’enjambement “riflettente / l’umore” , e dei gabbiani. Questi due uccelli, la regina dei cieli e il principe dei mari, sono spia dell’anelito del poeta a superare la normalità, ad emergere e dominare la realtà. Perché dominarla? Forse perché se ne sente vittima? Intanto, in questa poesia l’aquila non vola, non domina, perché egli non la “ved (e) planare” e lui appare chiuso, quasi vinto, su “la rude barriera / di massi artificiali / prestatasi / a raccogliere il mio penare.”. Bello il movimento ottenuto al v. 6 con l’assonanza – consonanza “riflesso e riflettente”. Antonio RONDINELLI |