L’IMMENSO PROFONDO (Poesia in versi liberi e sciolti)

Immediata è la sensazione di levità che si prova, leggendo già i primi versi di questa poesia, del poeta che, metafora nella metafora, si specchia negli occhi dell’amata  Nel tuo mare guarderò / l’immenso dei pensieri.. Lirica, poesia pura, nell’accezione crociana del termine, è questa, che rende incorporei gli elementi naturali e reali (mare, pensieri, onde, sera) e crea un’atmosfera di rarefazione. Anche nella mente non la si può leggere che a bassa voce e si è subito presi e conquistati dalla malinconia da cui è soffusa. Non intristisce, ma addolcisce l’animo.

Anche noi ci perdiamo nella similitudine occulta delle onde dure / grigio verdi / della sera: le onde metafora  degli occhi e quasi anche noi ci culliamo col poeta: Tra tante / un’onda m’invade. Egli consapevole di sé, scoperto, non ha paura, ma solo timore, che quasi nasconde il desidero e l’anelito che lei possa scovare / tra le mie miserie / i resti della coerenza / sfibrata / dalla mancata felicità. Qui il congiuntivo possa perde il valore dubitativo, che la logica della frase gli assegna e assume quello desiderativo, il  Nostro vuole che Lei possa scovare /…./ i resti della coerenza / sfibrata / dalla mancata felicità.

Così l’ultimo verso ci appare come una liberazione, lo svelamento di qualcosa sempre celata, perciò ancora più sofferta, che finalmente appare.

L’atmosfera non è disturbata dalle consonanze in - r – della seconda parte trasporta, timore, scovare, miserie, coerenza, sfibrata, e bella è l’onomatopea  coerenza / sfibrata.

Antonio RONDINELLI

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