RICORDO

Al concerto
sospiravo ad occhi chiusi
suonavo col quartetto
prestavo voce alla soprano.
Le note congiunte
mi penetravano
centrifugavano pietosamente
il marasma delle inquietudini
in screen saver
irregolari
coloratissimi.
Assumevano e deformavano
il ricordo ancora fresco
di vernice mal ferma
non cassavano
le buie spelonche d’Averno
nelle quali si era cacciato
né potevo ricalcare
le orme di Orfeo
si sarebbe disperso
alla luce della verità.
Lasciai scivolare addosso
la fresca cascata di note
rendendo meno torrido
il suo albergare
tra i miei folletti.
Non potevo fare di più.
Un altro sospiro venne
liberatore
a riportarlo nel mio inferno
dove spero
possa fare qualcosa.

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