Catalogo di presentazione alla personale di pittura 1-10 settembre 1974 "Benché conoscessimo D'ACUNZO da molto tempo, ci siamo interessati per la prima volta ai suoi quadri, in occasione della mostra su "Ciò che non piace a Tursi" che si tenne l'anno addietro. A ragione, allora, la commissione si orientò sul suo nome ché i pettegolezzi e le barriere sociali non sono dei nostri mali minori. Questa volontà di denuncia è alla base della sua ispirazione. Con rabbia egli getta i colori. Traccia le linee come se volesse prendere con l'ascia il marcio della società, l'ambiguità delle nostre coscienze. E noi, visitatori, non tacciamo talvolta un senso di insofferenza, di disagio, di fronte a queste figure aspre, dal piglio tagliente di cui subiamo una sorta di aggressione. Partito da un realismo quasi fotografico, Vincenzo D'ACUNZO ha via via operato una riduzione degli aggettivi fino a rendere solo l'essenziale della figura umana senza tuttavia, entrare mai nell'astratto. D'Acunzo è un pittore "grezzo". Sorretto da un notevole estro e da un ostinato (quasi testardo) senso della ricerca egli ha intrapreso questo discorso ché, senz'altro, (anche per i problemi tecnici che pone) un discorso difficile, diciamo pure ambizioso. Di qui la necessità dell'autore di tornare più volte sui temi di ispirazione giungendo a soluzioni man mano più compiute. . . . . . . . Non sarebbe giusto tuttavia aggregare il D'ACUNZO a quella vasta schiera di pittori che potremmo definire politici, Il suo impegno è morale e, forse, non va esente da un pizzico di rimpianto per tante semplicità perdute . . . . . . Rosa Maria FUSCO,
poetessa e critico d'arte |