Periodo 74 - 78 (gli inizi - l'uomo marionetta) |
"Parlare di se stessi è
sempre, a dir poco, imbarazzante, . . . . . . . . ho sempre pensato alla pittura coma ad
un modo simpatico di occupare il tempo. Man mano è diventata un esigenza, una valvola di
scarico che entrava in funzione quando mi sentivo goffo, ingolfato, o incompreso. E'
allora che, dipingendo sui sacchi si farina depositati nel magazzino di famiglia, ho
imparato a ragionare con le opere come si fa di fronte ad un compito di matematica,
un'abitudine - ormai quasi metodica - che conservo oggi perché mi aiuta a scoprire quello
che non so di me: molto. E' così che ragionando e sragionando, coprendomi e scoprendomi,
sono arrivato ai concetti posti alla base di ogni mio lavoro. Attraverso la trafila
dell'uomo burattino e fino all'annullamento di tutti gli attributi sensuali, divenuti
superflui per esprimere quello che mi premeva, sono arrivato all'essenza, a considerare
cioè l'uomo un concetto, un pensiero, un'idea, un comportamento, un modo di essere;
compromesso. Molti uomini, più concetti, più pensieri. più idee, più comportamenti,
più modi di essere; compromessi." " . . . . .Traccia le linee come se volesse prendere con l'ascia
il marcio della società, l'ambiguità delle nostre coscienze. E noi, visitatori, non
tacciamo talvolta un senso di insofferenza, di disagio, di fronte a queste figure aspre,
dal piglio tagliente di cui subiamo una sorta di aggressione. D'ACUNZO ha via via operato
una riduzione degli aggettivi fino a rendere solo l'essenziale della figura umana senza
tuttavia, entrare mai nell'astratto." " . . . . . . . la sua pittura è ancora più autentica nel
"Trittico sociale", che pur nella tormentosa amarezza della scoperta di una
società materializzata, il pittore si illumina con la sua fantasia fatta, questa volta,
di vividissime tinte e di movimenti irreali, quasi a ridare speranza e fiducia nella vita
stessa. . . . . . . . "
|
Trittico sociale parte 1^: inserimento
|