Per le opere esposte si rimanda all'apposita galleria
PRESENTAZIONE CRITICA (a cura del critico Luna Donvito)
Nel 2007 Vincenzo D’Acunzo lancia, prima di tutto a se stesso, una
nuova provocazione, decidendo di riapprodare al figurativo dopo anni di
ricerca nel campo dell’arte materica, condotta assemblando oggetti che
già godevano di vita propria e a cui andava aggiunto esclusivamente il
colore. A una pratica caratterizzata da una totale libertà compositiva
ed espressiva come l’assemblaggio, segue dunque un realismo pittorico
frutto di un intenso impegno, fatto di lunghe e giornaliere sedute al
cavalletto. L’instancabile aspirazione a superarsi a ogni costo e a ogni
nuovo confronto lo coinvolge fortemente ed è probabilmente questo il
motivo che gli fa distruggere tutti i bozzetti preparatori, poiché non
rasentano neanche minimamente l’accuratezza a cui mira. Questa rinnovata
tensione al realismo è dunque vissuta in modo tormentato dal pittore,
quasi come una prigionia o una sorta di castrazione, frutto del
desiderio, tanto struggente quanto irrealizzabile, di perfezionare un
soggetto fino a renderlo reale. Il suo rilancio dell’immagine figurativa
è quindi interpretabile come una sorta di istigazione personale alla
ricerca, come l’ennesima sperimentazione di un artista che nel tempo si
è accostato ai più svariati mezzi espressivi e che torna a sorprendere
per la determinazione e l’aggressività con cui intraprende questa nuova
fase della sua esistenza artistica. Un pittore «con il coltello tra i
denti», come egli stesso, scherzando, ama definirsi, e che dopo
quarant’anni di carriera vuole cambiare rotta, ancora una volta.
La mostra presenta ventotto opere che ritraggono persone note sullo
scenario internazionale e alcune conosciute, per lo più, a livello
locale. Le opere sono accomunate esclusivamente dall’iconicità del
ritratto e dal rigoglio del colore, poiché il modus operandi
adottato nella loro realizzazione spazia da una suggestione a un’altra
con grande facilità. Sono lavori realizzati quasi tutti nell’ultimo
anno, che mostrano con ogni evidenza un totale strappo rispetto alla
produzione precedente. Per quanto i ritratti siano fedeli e i
particolari fisiognomici permettano di riconoscere immediatamente il
soggetto raffigurato, essi rivelano al contempo un’indagine psicologica
sottile, ma eloquente. D’Acunzo ha legato ad un unico filo i contenuti
dell’esposizione con il titolo Equilibrio sopra la follia, poiché
la vita, secondo l’artista, è scandita da una straordinaria dicotomia,
quasi una tensione dialettica tra ragione e follia che accompagna
l’esistenza di ognuno di noi. La follia, quella “sana”, è fonte
generatrice di ogni creatività, di qualsivoglia passione, della
genialità, dei misteri della fede e della vita; essa diventa il
contrappeso in base al quale bilanciamo la nostra stabilità. È partendo
da questa consapevolezza che l’artista ha indagato nella vita dei suoi
personaggi, donne e uomini, per coglierne aspetti significativi che
potessero andare a costituire il nucleo espressivo dei loro ritratti.
Egli non manca di segnalare l’assoluta amarezza che consegue
all’interruzione di un flusso di coscienza, che sia quello di un poeta,
di un cantautore, di un ragazzo “normale” come Christian, di una
poetessa, di un musicista o di una donna in odore di santità. E se è
questa la denuncia più acuta che segna molte delle sue opere, va
osservato che altre invece ritraggono persone accomunate semplicemente
dalla loro partecipazione alla vita umana, che «non è altro che un gioco
della follia», come scriveva Erasmo da Rotterdam nel suo elogio.
Non convince l’apparente pacificazione dell’artista con se stesso;
queste opere rumoreggiano, toccando temi universali e al tempo stesso di
grande attualità come la musica, la poesia, lo sport, la morte
giovanile, la maternità, in cui è frequentemente avvertibile un senso di
accusa, seppure apparentemente solo sibilato. Spesso, infatti, il
messaggio viene solo in apparenza addolcito e a uno sguardo più attento
la denuncia emerge con forza, generando un retrogusto amaro. Verrebbe da
chiedersi cosa sia cambiato rispetto alle precedenti fasi artistiche. D’Acunzo
sicuramente risponderebbe «assolutamente nulla», considerato che la
contestazione, quella che ci porta a riflettere, è rimasta illesa.
Tra le personalità ritratte, un grande gesto d’affetto è rivolto al
poeta Albino Pierro, nato a Tursi e più volte candidato al Premio Nobel
per la Letteratura. Dopo gli “strappi” subiti - l’allontanamento dalla
madre prima, dalla terra natale poi - questi sviluppò una veemente
capacità comunicativa e poetica. In questo aspetto D’Acunzo trova forse
un’ulteriore affinità elettiva col poeta. Pierro amava profondamente la
città di Tursi e in special modo il rione della Rabatana, terra del
ricordo; ne pativa la lontananza e nei suoi versi scriveva: «L'agghie
lassète u paise / ca mi davìte u respire d'u cèe (ho lasciato il paese /
che mi dava il respiro del cielo)». Nel ritratto Albino Pierro,
tursitano nell’anima gli occhi del poeta rivelano determinazione e
nostalgia; uno sguardo profondo domina il volto, incorniciato da un
taglio fotografico avvincente.
L’altra opera dedicata a Pierro è Tra poesia e pittura: “jèttete u
bbànne e dìcete”, titolo tratto dalla raccolta di poesie
Metaponto e chiaro riferimento all’arte della parola.
Nell’espressione il pittore coglie la volontà del poeta di esprimere il
proprio pensiero con tutta l’impetuosità che lo animava e che ha fatto
di lui un grande divulgatore, un apostolo dell’epoca odierna. D’Acunzo
attribuisce un’importanza particolare allo sfondo del dipinto: Pierro,
infatti, si staglia su uno scenario assai noto, quello de La Vucciria
di Renato Guttuso, del 1974. Non a caso lo storico mercato di
Palermo, amato da Guttuso, ha in comune con la Rabatana di Pierro la
fondazione storica: entrambi infatti hanno origini arabe. Qui D’Acunzo
rende dunque omaggio all’artista siciliano, che ha fatto di un realismo
in chiave critica la sua arma di denuncia e che rappresenta per lui un
importante punto di riferimento. Il colorismo dinamico e luminoso,
l’accostamento a volte stridente delle più svariate tonalità cromatiche,
che hanno maggiormente contraddistinto l’opera guttusiana, torneranno
ripetutamente a stimolare D’Acunzo, come, ad esempio, anche in
Autoritratto.
«Anche la follia merita i suoi applausi» scriveva Alda Merini.
L’artista, in Alda Merini: l’essenza liberalizzante dal non essere,
ritrae questa straordinaria donna, che rappresenta forse una delle più
geniali declinazioni della follia. Il suo sguardo intenso e penetrante
smentisce la sua presunta malattia mentale e va al di sopra dei giudizi
e soprattutto dei preconcetti. Al di sopra di tutto quello cui la vita
l’ha condannata, senza riuscire a toglierle il genio e la libertà di
pensare. Nata nell’equinozio di primavera e scomparsa nel giorno di
tutti i Santi, le fu inflitta la sconvolgente esperienza del manicomio,
poiché il suo talento artistico fu “confuso” con una patologia. Dipinta
anche da Aligi Sassu, torna in questa mostra ad essere eletta a musa. La
pennellata qui è più morbida e meno investigativa, come anche avviene in
De Andrè: poeta musicale. Forse personalità così sovversive e
comunicatrici hanno suggerito al pittore un gesto più rapido, istintivo,
diretto.
In Pasolini: aspetto ancora un perché, lo scrittore, poeta e
regista italiano ha una grata davanti al volto che gli copre la bocca.
Una morte tragica, intrisa di mistero, ha messo il bavaglio a una delle
figure intellettuali più importanti del XX secolo. Pasolini non ha
potuto più parlare, non ha potuto più dare voce alle sue riflessioni.
«La morte non è nel non poter comunicare, ma nel non potere più essere
compresi», scriveva ne Le ceneri di Gramsci del 1957. Còlta la
natura umana dello scrittore, il messaggio che D’Acunzo scrive tra le
righe di quest’opera è dichiaratamente un manifesto contro l’omofobia e
la repressione delle libertà individuali, che fortunatamente suona come
una speranza: la bocca dell’intellettuale è messa a tacere, ma non il
suo pensiero, che traluce dagli occhi al di sopra della museruola che i
suoi assassini e la società perbenista gli hanno ingiustamente imposto.
D’Acunzo affronta in Energia materna un tema a lui molto caro,
quello della maternità, cui guarda con profonda reverenza. Una donna
posa con un tralcio inaridito fra le mani, che si rinvigorisce per
rigermogliare all’improvviso. Cosa fa rivivere questo racemo vegetale,
allegoria della figura femminile? Appunto l’esperienza della maternità e
la consapevolezza, da parte della madre, di fare confluire la propria
energia nella figlia e di riceverne a sua volta luce e calore vitale. La
figlia è ritratta in alto a destra in un “quadro nel quadro” che rinvia
ad un’opera realmente eseguita dal pittore stesso, per il quale «la
maternità è una dolce follia che illumina la vita».
In Christian aveva 22 anni quando…è il titolo stesso a condurci
verso il significato ricercato dall’artista e a sottolineare
quell’aspetto temporale tanto frequente nelle sue opere. Un incidente
stradale ha stroncato la vita di questo ragazzo nel pieno dei suoi
vent’anni, durante il percorso di ritorno da una discoteca, «follia
pura, frutto dei nostri tempi». Il pittore pone unicamente degli
interrogativi, senza proferire giudizi, scegliendo di ritrarre il
soggetto da bambino, felice e giocoso, e lasciando al titolo il penoso
compito di dichiararne la fine. Attraverso questa breve e allusiva
frase, D’Acunzo rimanda al futuro per creare una sorta di spazio
temporale che suggerisce lo sviluppo e poi la dissoluzione della giovane
esistenza del ragazzo; egli si è avvalso dello stesso “espediente” nel
titolo dell’opera Marco Pantani: allora primo, poi solo, eroe
drammatico che la follia della droga ha lasciato nella più totale
solitudine, dopo anni passati sul podio.
In mostra sono esposte anche quattro stampe su tela dedicate agli
Evangelisti, i cui originali sono stati realizzati nel 2008 per la
Chiesa Cattedrale Maria Santissima dell’Annunziata di Tursi. Anche le
modalità secondo le quali l’artista affronta il tema sacro meritano
attenzione. D’Acunzo da un lato attinge al tradizionale repertorio
iconografico legato al Vangelo, dall’altro però inserisce particolari
che rimandano all’età contemporanea. L’Evangelista Matteo, ad
esempio, ha sullo scrittoio monete di Euro verso cui protende la mano,
che però è artritica; ciò che lo contraddistingue è proprio il suo
aspetto “comunemente” umano. L’Evangelista Giovanni viene
presentato come un falconiere mentre ammansisce l’aquila, simbolo
classico dell’Evangelista, quasi a volere suggerire che la parola del
Vangelo ci rende più sicuri, maggiormente padroni di noi stessi e della
nostra vita. In quest’opera la luce sembra emergere da una spirale,
irradiando l’ambiente e illuminando non solo i due protagonisti, ma
soprattutto la parola di Cristo scritta sul Vangelo. Nell’Evangelista
Marco, ambientato a Venezia, più che al simbolo del leone si fa
riferimento alla città che venera il santo; lo sfondo, infatti, si apre
su un suggestivo scenario lagunare. L’Evangelista Luca, cui si
attribuisce la prima raffigurazione della Madonna, viene rappresentato
al fianco dell’icona mariana a lui attribuita, mentre il simbolo
“canonico” del bue è solo appena accennato. Nella parte superiore
dell’opera sono visibili gli strumenti di lavoro di un pittore
contemporaneo.
D’Acunzo non poteva tralasciare la “santa follia” che distingue i grandi
uomini di fede. Ritrae, infatti, anche figure che predicano il Vangelo
nel presente: persone che alla fede hanno dedicato la propria vita e i
cui volti rivelano una grande umanità. Una scelta “folle” la loro,
animata da una passione fortissima, da una vocazione tale e da una
determinazione così grande da abbandonare se stessi per donarsi
completamente agli altri. Madre Teresa: servire è vivere; Papa
Luciani: il sorriso breve; Progetto Don Benzi: il sorriso della
fede sono tutte opere contraddistinte da ottimismo e solarità, che
si dispiegano in sorrisi di speranza e fede. Il pittore rende omaggio
anche alla personalità religiosa di Monsignor Francesco Nolè, attuale
vescovo di Tursi. L’opera a lui dedicata, Monsignor Nolè: la
consapevolezza, esprime serenità e fiducia e al contempo rivela la
fermezza di un Pastore che si dona totalmente e gioiosamente ai suoi
fedeli.
Altri protagonisti di questa copiosa rassegna sono “gli uomini della
comunità”. Con questo termine l’artista intende riferirsi a tutti coloro
i quali fanno parte della comunità tursitana e che in un modo del tutto
inconsapevole hanno acquisito nel tempo una propria notorietà. Sono
figure legate alla cultura popolare, a quella civiltà contadina cui la
società contemporanea si è ormai sostituita. M’chej di’ Vigghiott’;
N’cow; Cicc’ u’ furbettin’ ne sono un esempio. Si tratta
di opere che ritraggono fedelmente i volti di questi uomini,
contraddistinti da un’espressione affabile e sorridente che non li
allontana molto dai personaggi pierriani. Una rievocazione che lega
ancora più D’Acunzo al poeta, anche se i due non si sono mai conosciuti
di persona. Come Pierro, anche l’artista non intende certo sottolineare
gratuitamente l’aspetto pittoresco dei suoi personaggi. Il suo intento è
tutt’altro, quasi di carattere antropologico: vuole che di questi uomini
si conservi la memoria per le generazioni future, come “pezzi di storia
di Tursi” e del nostro paese più in generale.
Oltre agli uomini della comunità, vengono ritratti anche altri
personaggi noti nell’ambiente tursitano. In alcune opere, come in
Federica, è possibile rintracciare echi pop, per il tipo di
lumeggiatura e per l’uso di colori smaltati e luminosi. Non stupisce
questo sottile riferimento, poiché D’Acunzo ha sempre guardato con
grande interesse all’America e alla sua cultura artistica contemporanea,
come era evidente già in diverse opere della fine degli anni Settanta,
dove ne citava palesemente alcuni principi. L’utilizzo, formalmente
neutro, di immagini legate alla vita quotidiana e contestualizzate in
uno spazio “vuoto”, guarda proprio ad alcune ambientazioni in voga nella
Pop-art.
D’Acunzo ha utilizzato per la realizzazione di tutte le opere una vasta
gamma di colori acrilici; attraverso velature e ripetute sovrapposizioni
di colore nonché mediante l’abituale ricorso a ombre colorate, egli
cerca di raggiungere un effetto sfumato, che sarebbe più facilmente
ottenibile con la tecnica a olio. L’artista è solito usare colori
sintetici per i loro effetti di particolare lucentezza, utilizzando come
supporto pittorico tavole in compensato o pannelli di mediodensit
preventivamente trattati.
Equilibrio sopra la follia è una rassegna che vuole indurre, senza
forzature, alla riflessione su temi contemporanei e inaugurare l’inizio
di un nuovo percorso artistico di D’Acunzo, cui abbiamo il piacere di
assistere.
L'INTRODUZIONE del Catalogo Generale Del
Tour è opera di Michelangelo Salpietro, Editorialista del Corriere Del
Mezzogiorno
Inoltre, hanno parlato in generale del tour:
Quotidiano "LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO",
- "Tour d'arte per D'Acunzo" - di
Salvatore Verde
Rivista Specializzata "in ARTE", luglio 2010, pag.
24-25 - "Equilibrio sopra la follia" di
Vincenzo D'Acunzo - di Giovanna Russillo
LE TAPPE
Lauria Superiore (PZ), 30 maggio - 8 giugno
La tappa è stata inaugurata con il convegno "Handicap come
momento aggegante più che disgregante"
Hanno parlato della tappa:
Quotidiano "Il Quotidiano della Basilicata", Giovedi 3 giugno
2010, pag. 45 sez. "CULTURA E SPETTACOLI" - "Equilibrio
sopra la follia, il tour d'arte di Vincenzo D'Acunzo" - di
Pierantonio Lutrelli
Quotidiano "LA NUOVA Basilicata", Venerdì 4 giugno 2010, pag.
28 sez. "Metapontino" - "L'equilibrio sopra
la follia nell'arte di D'Acunzo" - di Gianluca Pizzolla
Quotidiano "L'ECO di Basilicata, Calabria, Campania", Martedì
15 giugno 2010, pag. 11 - "Vincenzo
D'Acunzo in tour con Equilibrio Sopra La Follia"
La tappa si è conclusa con la visita di S. E. Mons. F. Nolè (vescovo
della diocesi di Tursi - Lagonegro) accompagnato da circa un centinaio
di prelati. Calorosa la partecipazione dei centri sociali della zona e
della cittadinanza.
Per maggiori approfondimenti sulla tappa, si rimanda al profilo
facebook dell'artista:
http://it-it.facebook.com/people/Vincenzo-DAcunzo/100001147662956
Padula (SA), 13 - 18 giugno
La tappa è stata inaugurata con il convegno "La Follia:
un'ermeneutica tra eccessi, arte e fede"
Hanno parlato della tappa:
Quotidiano "Il Salernitano" - "Nella
Certosa di San Lorenzo le tele del maestro D'Acunzo" - di Patrizia
Luogno
La tappa è stata inaugurata e visitata da S. E. Mons. A. Spinillo
(vescovo della diocesi di Teggiano - Policastro). Calorosa la
partecipazione dei centri sociali della zona e della cittadinanza. La
tappa è stata onorata dall'apprezzamento scritto del Segretariato
Generale della Presidenza della Repubblica.
Per maggiori approfondimenti sulla tappa, si rimanda al profilo
facebook dell'artista:
http://it-it.facebook.com/people/Vincenzo-DAcunzo/100001147662956
Pomarico (MT), 20 - 26 giugno
La tappa è stata inaugurata con il convegno "Vita di Strada"
Hanno parlato della tappa:
Quotidiano "Il Quotidiano della Basilicata", Venerdì 18 giugno
2010 - "Un'artista nel segno
dell'indagine sociale" - di Nunzio Festa
Quotidiano "Il Quotidiano della Basilicata", Venerdì 25 giugno
2010 - "La Vita di Strada secondo
l'artista D'Acunzo" - di Nunzio Festa
La tappa ha visto coinvolta l'amministrazione comunale che ha voluto
rilasciare all'artista pubblico riconoscimento per la sua performance
culturale e sociale.
Per maggiori approfondimenti sulla tappa, si rimanda al profilo
facebook dell'artista:
http://it-it.facebook.com/people/Vincenzo-DAcunzo/100001147662956
Bernalda (MT), 3 - 9 luglio
La tappa è stata inaugurata con il convegno "Associazionismo e
Disabilità"
Hanno parlato della tappa:
Quotidiano "LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO", Sabato 3 luglio 2010
- "La follia sana è fonte di genio e
creatività" - di Angelo Morizzi
Per maggiori approfondimenti sulla tappa, si rimanda al profilo
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Aliano (MT), 12 - 18 luglio
La tappa è stata inaugurata con il convegno "Il Dono della Vita"
Hanno parlato della tappa:
Quotidiano "Il Quotidiano della Basilicata", Sabato 17 luglio
2010, pag. 33 - "Il Dono della Vita fa
tappa ad Aliano" - di Valeria Gennaro
Periodico "LA VOCE DEI CALANCHI", 4-11 luglio 2010 -
Menzione
La tappa è stata visitata, tra gli altri, dal presidente della
regione On. Vito De Filippo e dal direttore de 'Il Quotidiano della
Basilicata' Paride Leporace.
Per maggiori approfondimenti sulla tappa, si rimanda al profilo
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Senise (PZ), 21 - 29 luglio
La tappa è stata inaugurata con il convegno "Artisticamente Abili:
oltre la disabilità, l'arte come espressione di sè"
Hanno parlato della tappa:
Quotidiano "LA NUOVA Basilicata", Giovedì 22 luglio 2010, pag.
31 - "La mostra di Vincenzo D'Acunzo
fa tappa a Senise"
Quotidiano "LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO", Gioveì 29 luglio
2010, pag. XXII - "Fa tappa a Senise
la mostra d'arte di D'Acunzo - Un viaggio nell'arte"
Per maggiori approfondimenti sulla tappa, si rimanda al profilo
facebook dell'artista:
http://it-it.facebook.com/people/Vincenzo-DAcunzo/100001147662956
Policoro (MT), 1 - 10 agosto
La tappa è stata inaugurata con il convegno "Associazionismo e
Disabilità" tenuto dal dott. F. Orlando del centro padri trinitari di
Venosa.
Per maggiori approfondimenti sulla tappa, si rimanda al profilo
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Tursi (MT), 12 - 22 agosto
La tappa è stata inaugurata con il convegno "L'uomo immagine di Dio"
Hanno parlato della tappa:
Quotidiano "Il Quotidiano della Basilicata", Martedì 17 agosto
2010, pag. 30 - "Tursi, mostra di
D'Acunzo Mastrosimone soddisfatta"
La tappa è stata inaugurata con la presenza di S. E. Mons. F. Nolè
(vescovo della diocesi di Tursi - Lagonegro) e altre autorità, tra cui
l'assessore regionale alla cultura Mastrosimone.
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Santuario di Anglona (Tursi), 2 - 8 settembre
La tappa è stata inaugurata al termine della cerimonia di
costituzione del parco letterario Albino Pierro e della
presentazione del libro "Poesia e Fede
in Albino Pierro" di F. Trifuoggi.
Hanno parlato della tappa:
Quotidiano "LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO", Giovedì 2
settembre 2010, pag. XVII - "Albino
Pierro tra fede e poesia"
Quotidiano "LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO", Lunedì 6
settembre 2010 - "La Conversione di
Pierro resta un'incognita" - di Salvatore Verde
Ai lavori della giornata inaugurale hanno preso parte numerosi
esperti, letterati, politici, giornalisti, tra cui si segnala la
presenza del vescovo Mons. F. Nolè, del presidente della regione
Basilicata Vito De Filippo, del presidente della provincia Franco Stella.
Ha fatto da scenario il santuario di Anglona, gremito.
Per maggiori approfondimenti sulla tappa, si rimanda al profilo
facebook dell'artista:
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Potenza, 18 - 26 settembre
La tappa è stata inaugurata con il convegno "i
Giovani e l'Arte: un binomio possibile nella Sfida Educativa"
Hanno parlato della tappa:
Quotidiano "Il Quotidiano della Basilicata", Venerdì 17
settembre
2010, pag. 20 - "A Santa Maria
in mostra i ritratti di D'Acunzo"
Quotidiano "Il Quotidiano della Basilicata", Sabato
18 settembre
2010, pag. 23 - "In Equilibrio
sopra la follia"
Quotidiano "LA NUOVA - ESTATE", Domenica 19
settembre 2010 - "A Potenza fa
tappa da oggi e fino al 26 settembre il tour d'arte Equilibrio sopra la
follia di Vincenzo D'Acunzo"
Quotidiano "LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO", Domenica
19 settembre 2010, pag. XXII - "Nella
Parrocchia di Santa Maria incontro tra giovani e arte"
Periodico "ControSenso", ottobre 2010 - "Gli
studenti di due istituti potentini visitano Equilibrio sopra la follia
di Vincenzo D'Acunzo"
Quotidiano "Il Quotidiano della Basilicata",
Domenica 26 settembre
2010, pag. 24 - "Nella
parrocchia di Santa Maria studenti in Equilibrio sopra la follia"
Per maggiori approfondimenti sulla tappa, si rimanda al profilo
facebook dell'artista:
http://it-it.facebook.com/people/Vincenzo-DAcunzo/100001147662956
Matera - Sassi, 1 - 10 ottobre
La tappa è stata inaugurata con il dibattito "Equilibrio
sopra la follia - una missione per l'arte durata 4 mesi da Lauria a
Matera-Sassi, in undici tappe". Al dibattito ha preso parte anche il
poeta satirico Roberto Linzalone.
Hanno parlato della tappa:
Comunicato Stampa ufficiale della
provincia di Matera
Quotidiano "LA NUOVA Basilicata", Giovedì 30 settembre
2010, pag. 19 sez. Matera e Provincia - "Quando
l'arte diventa un equilibrio sopra la follia"
Quotidiano "Il Quotidiano della Basilicata", Venerdì
1 ottobre
2010 - "I ritratti di D'Acunzo in
Equilibrio sopra la follia" - di Maria De Carlo
Quotidiano "Il Quotidiano della Basilicata", Venerdì
1 ottobre
2010 - "I ritratti di D'Acunzo"
Quotidiano "LA NUOVA Basilicata", Martedì 12 ottobre
2010, pag. 19 sez. Matera e Provincia - "Tensioni
Emotive"
La tappa si è conclusa con la visita ufficiale del presidente della
provincia di Matera Franco Stella e con la consegna del titolo
"ACCADEMICO DI MERITO" della Norman Accademy da parte del delegato
provinciale cav. Giuseppe D'Ettorre.
Per maggiori approfondimenti sulla tappa, si rimanda al profilo
facebook dell'artista:
http://it-it.facebook.com/people/Vincenzo-DAcunzo/100001147662956
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Tappa Lauria, visita del vescovo Mons. Francescantonio Nolè
Tappa Lauria, visita ad uno dei centri sociali
Tappa Padula, lavori di inaugurazione
Tappa Padula, intervento del vescovo Mons. Spinillo
Tappa Pomarico, convegno di inaugurazione - sala consiliare
Tappa Pomarico, consegna della targa per meriti artistici
Tappa Bernalda, convegno inaugurale
Tappa Bernalda, convegno inaugurale
Tappa Aliano, visita del presidente della regione Basilicata De Filippo
e del direttore de "il Quotidiano della Basilicata" Leporace
Tappa Aliano, visita del presidente della regione Basilicata De Filippo
e del direttore de "il Quotidiano della Basilicata" Leporace
Tappa Senise, convegno inaugurale
Tappa Senise, visitatori della mostra
Tappa Policoro, un momento del convegno inaugurale
Tappa Policoro, visitatori della mostra
Tappa Tursi, convegno inaugurale
Tappa Tursi, visitatori della mostra
Tappa Anglona, convegno inaugurale
Tappa Anglona, convegno inaugurale
Tappa Anglona, convegno inaugurale
Tappa Anglona, convegno inaugurale
Tappa Anglona, visitatori
Tappa Potenza, convegno inaugurale
Tappa Potenza, visita delle scuole
Tappa Matera, intervento del presidente della Provincia di Matera Stella
durante il dibattito inaugurale
Tappa Matera, intervento del poeta satirico Linzalone
Tappa Matera, visitatori
Il Cav. Giuseppe D'Ettorre mentre consegna la pergamena di accademico |