PERCORSO PITTORICO
 
Catalogo "personale" del marzo 1978

"Si nasconde nella pittura di chi opera nei paesi di Basilicata un infinito poetico, intriso di contrasti, dove i confini sono la condizione umana e i grandi respiri sono gli spazi: il mare, le montagne, i fiumi, i calanchi. La terra è asprigna per chi sale verso Tursi; acquista respiro sui giardini dorati degli aranceti e il cielo è turchino sul groviglio della Rabatana. Gli ulivi colorano il dorso della collina e il torrente <<Pescogrosso>> è secco nei momenti sereni della natura. Ecco, dove nasce la pittura di Vincenzo D'ACUNZO, un tursitano d'adozione, che vive e s'impenna come tutti i paesani di questa terra, succosi come i loro aranci ed impetuosi come i loro torrenti. Dipingere in un luogo che esplode sensazioni è difficile. Prendendo il sentiero della pittura in un luogo ricco di spazi emotivi si è tentati a verificare tutte le esperienze, mentre la contemplazione pittorica ne subisce l'interruzione. D'ACUNZO dipinge in un crescendo di ricerca; è insoddisfatto nel momento di deporre la tela; lo entusiasma una patina di colore, che si essicca sul fondo di un barattolo, e la raccoglie deponendola su uno spazio per farne un sole o un fiore. I problemi dell'anima sono la sua matrice; un'anima che racconta, che subisce, che indica, che vorrebbe mutare l'universo e fare di tutto una sacra armonia. Durante i momenti creativi inserisce lo spirito nelle vibrazioni dei toni e la regola di vita dell'uomo lo vede nel fluire del colore. Una pittura intimistica quindi; no, soltanto un raccontare le sensazioni che traduce attraverso un realismo poetico. La funzione del colore, per D'ACUNZO, sta ad indicare momenti riflessivi a cui affidare il messaggio. Questo comportamento, in molti casi, invoca un discorso che si allontana dal rigore pittorico e subisce l'influenza del calcolo sentimentale. Si avverte nella pittura di D'ACUNZO la forma ed il colore dei calanchi e si riconosce quando amalgama il paesaggio in misteriose insenature, dove le campiture tonali fluiscono i gialli ed i viola e l'insieme è la realtà che lo circonda. Tante volte la luna ha un ruolo importante sui paesi lucani; nei dipinti di D'ACUNZO questa diventa il centro con un fascino misterioso. Diventa coriandolo nitido, su un cielo pulito e non c'è nuvola che riesce ad attraversarlo. Ecco, forse in questo particolare la chiave di lettura della poetica di Vincenzo. Una pittura ricca di mezzi espressivi, ma con un limite oltre il quale non si può andare: lo spazio fantastico a cui affidare il messaggio dell'anima, che si arricchisce tra i contrasti della terra lucana."

Franco PALUMBO, critico d'arte,
direttore del circolo culturale "La Scaletta" di Matera
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