Periodo anni '80 |
" . . . . . . . La luna ha un ruolo importante sui
paesi lucani; nei dipinti di D'ACUNZO questa diventa il centro con un
fascino misterioso. Diventa coriandolo nitido, su un cielo pulito e non c'è
nuvola che riesce ad attraversarlo. Ecco, forse in questo particolare la
chiave di lettura della poetica di Vincenzo. . . . . " (Catalogo marzo 1978 F. Palumbo) " . . . . . . Dopo un primo periodo di volontaristica denuncia (
quello per intenderci dell'uomo-marionetta, ligneo strumento in mano ai
vari detentori del potere ) D'ACUNZO ha avuto un vero e proprio rifiuto
non solo per l'uomo e il suo paesaggio ma anche nei confronti di ogni
altra creatura ( pianta o animale ). Di questo rifiuto ha testimoniato
ampiamente la sua precedente personale, tutta incentrata sul tentativo di
fare tabula rasa ( sia sul piano dei contenuti sia su quello più
propriamente tecnico ) di ogni certezza acquisita in materia. Tuttavia
egli aveva continuato a dipingere. Cosa? Macchie, tele in cui il colore fa
da protagonista assoluto, nella sola rappresentazione di cieli e acque. Il
colore diremo allo stato puro nei toni squillanti dei gialli dei rossi
degli azzurri. Ora quegli studi sul colore tornano, in sintesi spesso
felici, applicati alla figura. . . . . " " . . . . . . . Le grandi macchie, ben distinte per colori ma
intersecanti nella forma, hanno da sole occupato la tela fino ad
impregnare la società, la natura, il cielo: la terra, l'universo, un
condizionamento della malora. . . .deserti colorati . . . . . . . Mai,
infatti, si trovavano tra i miei lavori paesaggi montuosi o collinari,
sempre piatti, lineari, a tavola per dirla in figurato, quasi temendo di
trovare ostacoli che avrebbero potuto confondere orizzonti dritti,
rigidamente retti." |
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